lunedì 3 maggio 2010

Una buona azione

Certe persone credono nell'onestà del prossimo.
Io sono una persona pessimista per quel che mi riguarda ma ottimista per il prossimo.
Credo che la tecnologia possa risolvere tutti i nostri problemi.
Non credo che siamo così imbecilli da autodistruggerci.
Penso che qualcuno nel futuro troverà una soluzione.
Basterebbe trovare una fonte di energia illimitata a costo zero e quasi tutto sarebbe risolto.
Il nostro pianeta può ospitare qualche miliardo di persone se tutte si comportano in modo adeguato.
Ma questo è un altro discorso.
Ieri sera stavo aspettando che la mia dolce metà uscisse dal lavoro, e così nel parcheggio dentro la mia auto stavo cercando di risolvere un gioco di cui non mi ricordo il nome, ma che potrei cercare su internet.
Dopo una non brevissima ricerca l'ho trovato. Si chiama “grattacieli” ed è una variante del sudoku.
Comunque ero li preso dalle mie elucubrazioni mentali che mi sento battere al finestrino.
Vedo un ragazzo, sicuramente minorenne che mi chiede gentilmente se posso abbassare il vetro.
La mia prima volontà è stata quella di mandarlo via, come ci comporta di solito con i testimoni di Geova.
Ma poi ho deciso di ascoltarlo.
Così mi racconta che abita fuori e deve tornare a casa ma non ha abbastanza soldi.
Pensando che voglia la mia beneficenza sono tentato di tornare al mio gioco, ma lui mi sorprende chiedendomi un prestito.
Mi dice che va a scuola li vicino e che domani può restituirmi tutti i soldi. Chiede poco, mi lascia il nome, mi chiede se voglio vedere un documento e mi vuole lasciare il suo numero di cellulare.
Rimango sorpreso, e fiducioso verso il prossimo mi scrivo il nome e il cellulare.
A quel momento mi chiama la mia dolce metà che è appena uscita dal lavoro e sta per raggiungermi.
Guardo fuori il ragazzo e con i soldi in mano gli dico di segnare il mio numero di cellulare.
Ma non lo comunico, premo solo i numeri sulla mia tastiera.
Metto l'apparecchio all'orecchio e un messaggio mi comunica che il numero è inesistente.
Il ragazzo mi guarda con la faccia angelica e sorpresa e così riprovo a digitare.
Questa volta non faccio errori e sento e vedo il cellulare squillare, perché mi mostra il display.
Sono consapevole che avere un numero di cellulare non corrisponde ad una garanzia, ma mi fido.
Così elargisco la banconota e gli dico che lo aspetto l'indomani quando esce da scuola.
Oggi sono andato a pranzo ed fiducioso ho aspettato la telefonata.
Passato l'orario concordato ho provato a fare uno squillo, due, tre, fino a che non è entrata la segreteria a cui ho lasciato un messaggio.
Sono sempre stato contrario alla beneficenza, da quando mi sono laureato almeno una volta l'anno vado a donare il sangue, plasma o piastrine perché penso che sia difficile che non arrivi a chi ne abbia bisogno, cosa che invece non sai mai cosa possa succedere con i soldi.
A questo punto la mia fiducia nel prossimo inizia a vacillare.
Ero titubante, ma ho pensato: “e se fosse vero?”, così ho cercato di aiutare un ragazzo, che credevo in difficoltà.
Adesso non sono sicuro di come mi potrei comportare in una situazione simile.

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